Sfogliavamo ieri sera la Berkshire Encyclopedia of World History curata da William H. McNeill, prestigioso storico americano, scomparso nel 2016 alla veneranda età di novantanove anni, autore tra l’altro di una pregevole biografia di Arnold J. Toynbee, lo storico della “sfida e risposta” come origine di ogni civiltà (*).
L’opera giunta alla seconda edizione (2010, la prima risale al 2005), si articola in 6 volumi, circa 3000 pagine, risulta in divisa in 480 voci, compilate da numerosi specialisti. Diciamo però che copre un campo vastissimo, probabilmente anche troppo, che va dall’energia eolica al Grande Impero dello Zimbabwe, dalle origini dell’universo all’AIDS.
Certo, si tratta di un’ enciclopedia storica, dilatata in più volumi, quindi “tecnicamente” (per chi sappia come funzionano le cose a livello editoriale…) da “riempire” per autogiustificare l’impresa. Però francamente, se è vero che ogni storia è storia contemporanea, la Berkshire rappresenta in massimo grado il punto di arrivo di quel relativismo storico che sembra dettare legge nelle università anglo-americane. E in modo addirittura tirannico.
Detto altrimenti: fino al punto di sfociare in quelle forme collettive di revisionismo storico, diffusesi anche in Europa, che consistono in un’ autentica quanto esclusiva e settaria caccia alle statue di personaggi storici del passato: quelli ovviamente che non sono in sintonia con il sentire politico del presente.
Si prenda la voce “Liberalismo”. Ci limitiamo solo a un assaggio:
«The term liberalism has been used throughout history in political, cultural, and economic contexts to describe widely juxtaposed positions. Its etymology (derived from the Latin word liber, meaning “free”) leaves it further open to ambiguity. After 1945 the term liberalism lost whatever coherence it had garnered over time, and toward the end of the twentieth century liberalism became virtually a term of opprobrium (*)».
La relativizzazione del termine è palese: si rinuncia a ogni forma di senso storico. Invece di accennare al fondamentale ruolo di costituzionalizzazione e progressiva limitazione del potere politico dello stato assoluto, illuminato o meno, svolto da ciò che solo in seguito verrà denominato liberalismo, si sottolineano la sua presunta ambiguità e si ipotizza il disprezzo in cui oggi sarebbe tenuto.
Un’ enciclopedia sovietica o fascista non avrebbe potuto dire meglio…
Che tristezza. Il relativismo se inteso in modo esclusivo, diremmo radicale, apre inevitabilmente le porte della città al settarismo, o comunque facilita il ruolo di quinta colonna di altre pericolose ideologie antilberali. Il che non può non condurre all’autodistruzione di una civiltà che pure si definisce liberale. E che dovrebbe essere fiera dei propri valori. Si chiama senso storico.
Concludendo, è proprio vero che “Giove toglie prima il senno a colui che vuole mandare in rovina”… E che cos’ è il senso storico, se non il “senno” di una civiltà?
Carlo Gambescia
(*) Qui il sito, consultabile, della Berkshire Encyclopedia: https://www.oxfordreference.com/view/10.1093/acref/9780190622718.001.0001/acref-9780190622718
(**) Si veda, qui, la voce “Liberalism”: https://www.oxfordreference.com/view/10.1093/acref/9780190622718.001.0001/acref-9780190622718-e-305?rskey=hN9u2o&result=306