Una cultura nemica della ragione

In effetti il problema non è la Fiamma ( o comunque non solo). Del resto lo abbiamo scritto più volte: esiste tuttora a destra, soprattutto “dalle parti” dell’estrema, una cultura della “tentazione fascista”, non propriamente nel senso delle camicie nere di nuovo marcianti, bensì come prolungamento “atmosferico” dell’irrazionalismo politico.

Si faccia attenzione: ufficialmente, Fratelli d’Italia (ma per certi aspetti anche la Lega, Forza Italia è a rimorchio) rappresenta il lato dio-patria-famiglia, in versione aggiustamenti assisistenzialistici. Niente di trascendentale: piattezza piccolo-borghese.

Infatti quando si parla con qualche intellettuale di destra, la Meloni viene dipinta come una moderata, perbenista, una specie di democristiana di destra: una tecnica dolciastra, si dice, buona al massimo per conquistare il potere. Insomma, secondo alcuni, per indorare la pillola fascista.

Per contro, l’intellettuale di destra continua a celebrare la stessa cultura dell’irrazionalismo che fu alle origini del fascismo. Di qui il tema della “tentazione”.

Si faccia un giro sui siti online di destra, nelle varie sfumature, lo spazio culturale è rimasto quello di cinquant’anni fa, che già allora rinviava all’irrazionalismo protonovecentesco.

Detto altrimenti, si oppone alla ragione il sacrificio della ragione. Di qui l’irrazionalismo, sacro e celebrativo, del soldato, dell’eroe, del superuomo politico, dello scrittore-esteta armato. Tutti capaci di sacrificare la propria vita per contrastare quel che la modernità politica, economica e sociale ha tentato di opporre al tintinnar di sciabole o peggio ancora: l’individuo ragionante, il commercio, la tolleranza, le istituzioni parlamentari. C’è il rifiuto della ragione, addirittura della ragionevolezza. L’irrazionalismo per l’appunto

Ieri, addirittura, leggevamo una celebrazione dei Corpi franchi, che, come noto, si reincarneranno nelle squadre d’assalto nazionalsocialiste. Gli stessi richiami all’Europa, non del tutto sporadici sui siti di destra, rimandano all’ Europa-Nazione, armata, unita, magari sotto un capo, e soprattutto contro gli Stati Uniti. In poche parole, si torna col pensiero all’Europa del Nuovo Ordine nazionalsocialista, anno di grazia 1940. Ovviamente, si glissa sull’Olocausto.

Si potrebbe parlare, semplificando, di una cultura della forza opposta alla cultura della ragione.

Si badi bene, il Cavallo di Troia dell’irrazionalismo è rappresentato da una rituale critica in apparenza innocua. Quale? La ragione viene giudicata incapace di dare una spiegazione esauriente della realtà o di intuire, capire, giustificare aspetti fondamentali della vita umana, altrimenti sconosciuti.

Tuttavia, ecco l’inganno, in questo modo si dà la possibilità a chi sia in cattiva fede di accomunare filosofie non politicamente pericolose come l’esistenzialismo, che richiama l’attenzione sulla vita relazionale, a pseudo dottrine politiche come il fascismo e il nazismo, che con la scusa di valorizzare l’uomo distruggono ogni vita relazionale. Per inciso, le accanite discussioni su Heidegger (fu o non fu nazista?) rinviano proprio all’area grigia di indistinzione tra i due esistenzialismi.

Di conseguenza nell’ interstizio dell’irrazionalismo buono si va a nascondere l’irrazionalismo cattivo della “tentazione fascista”. Di qui la difficoltà dei moderni, proprio perché liberali e tolleranti, che dura tuttora, di confrontarsi con questo pericolo.

C’è dell’altro. Oggi, l’esistenzialismo non è più di moda, ma le filosofie postmoderne, che veicolano una visione riduttiva dell’uomo come somma di emozioni, rischiano di favorire l’irrazionalismo cattivo (per così dire). Anche attraverso il cosiddetto “politicamente corretto”, attaccato dalle destre. Un fenomeno che non è altro che l’istituzionalizzazione di un relativismo protettivo, assistenzialistico, emotivo, che offende la ragione pur di chiudere alle destre. Che però di fatto favorisce le destre, dal momento che fuoriesce da una visione emozionale della realtà, che nulla ha a che vedere con la moderna ragione liberale.

Per capirsi: l’ emotività di certa sinistra culmina nell’uomo politicamente corretto, quella di certa destra nel superuomo. Le due figure restano però ancorate al mondo delle emozioni non della ragione.

Probabilmente stiamo volando troppo alto. Giorgia Meloni, neppure si pone problemi del genere. Però, ecco il punto importante, la cultura che in particolare ruota intorno a Fratelli d’Italia affonda le radici nell’irrazionalismo politico.

Una cultura nemica della ragione.

Carlo Gambescia