Manifestazioni contro il Green pass e responsabilità del Centrodestra

Solo “Libero” difende apertamente le manifestazioni contro il Green pass. Gli altri giornali condannano duramente (come “Stampa” e “Repubblica”) , oppure glissano (aprendo su altro, quasi tutti), o esaltano l’uso del vaccino (“Il Messaggero”) (*) . Sui social invece regna la confusione più generale, dei partiti contrapposti a colpi di eccessi verbali e propagandistici.

Il vero nodo da sciogliere resta quello tra libertà e paura. In sintesi, da un lato la libertà di vivere, in modo normale, senza restrizioni e divieti (in primis il Green pass), dall’altro la paura di morire a causa dei contagi, provocati ad esempio (come malignamente fa notare il titolo del “Corriere della Sera”) proprio dalle manifestazioni di ieri.

Ma è veramente in gioco la libertà, come titola “Libero”? E che cosa ha fatto il Centrodestra (Forza Italia, Lega, FdI) per evitare che la paura si diffondesse?

La “libertà”, a dire il vero, è in gioco dall’inizio dell’anno scorso quando furono prese, in particolare tra febbraio e marzo, misure restrittive della libertà, che non avevano precedenti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Giornali e partiti, tutti, appoggiarono le decisioni del Governo Conte, a cominciare dalla dichiarazione di fine di gennaio dello stato di emergenza, al quale il Centrodestra non si è mai apertamente opposto. Parliamo del micidiale strumento giuridico-politico che consente tuttora – dopo l’ultima proroga a dicembre 2021 – l’introduzione di misure lesive della libertà individuale.

Pertanto la libertà è in pericolo, ma non solo da oggi. Quindi primo mito da sfatare: Il Green pass non che un anello, e neppure l’ultimo, di una involuzione in senso autoritario, che risale al 2020.

In secondo luogo, l’opposizione di Centrodestra (ripetiamo:Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) ha sempre obbedito al Governo Conte come al Governo Draghi (di cui Forza Italia e Lega fanno addirittura parte).

In un anno e mezzo è passato di tutto, a cominciare dallo dichiarazione dello stato di emergenza. Dulcis in fundo, ieri, i leader dell’opposizione, in particolare Matteo Salvini e Giorgia Meloni (quando a Forza Italia, il “Giornale”, oggi, sulle manifestazioni fa finta di niente…) si sono ben guardati dallo scendere in piazza. Ma non dal dichiarare, magari a titolo personale, la proprio solidarietà…

Insomma, si è scelta l’ ambiguità. Siamo davanti all’ennesima versione della vecchia storia comunista, transitata a destra, dei partiti di lotta e di governo. Troppo comodo.

Perché si è arrivati a tal punto? Alle manifestazioni di piazza? A una angosciosa e angosciante deriva ultrapopulista?

Per la semplice ragione che Lega e FdI, appoggiando Conte e Draghi, quindi non gestendo in chiave liberal-parlamentare la protesta, in termini di ferrea distinzione maggioranza-opposizione e di fermissima difesa della libertà individuali, hanno consegnato, di fatto, alle piazze lunatiche, dubbiosi e dissidenti.

Una dissidenza che magari si cerca, quando e se capita, di recuperare a colpi di selfie e pacche sulle spalle…

Se la libertà è in pericolo, a causa delle scelte liberticide governo, e di rimbalzo delle piazze (il partito del disordine virale), piazze, che con l’estremismo, fanno il gioco del governo (del partito dell’ordine virale), la colpa è della cosiddetta opposizione che continua a mandare giù qualsiasi decisione restrittiva del governo.

Anzi, in alcune circostanze il Centrodestra, come in marzo e in ottobre-novembre 2020, auspicò misure ancora più dure. E per giunta nel quadro di un crescente, e gradito, interventismo del governo e dello stato. E lo stesso accade in questi giorni: si pensi al silenzio sulla proroga dello stato di eccezione.

Quindi secondo mito da sfatare, quello di un Centrodestra liberale all’altezza della propria missione, difensore della libertà e della società aperta. Per dirla altrimenti: per il Centrodestra lo stato continua ad essere la soluzione non il problema.

Perciò il quadro che abbiamo davanti è quello di una piazza e di un governo che si confrontano, e insultano, a vicenda, squalificando, oggettivamente, il dibattito politico come il discorso pubblico.

Ciò accade, ripetiamo, perché l’opposizione di Centrodestra non ha mai svolto il suo ruolo istituzionale, non ha mai coltivato i principi del liberalismo, preferendo, di volta, schierarsi con Conte e Draghi, o comunque promettere come nel caso di FdI, un’opposizione costruttiva… A che cosa? Allo smantellamento della libertà?

Proprio perché, come detto, il nodo da sciogliere restava e resta quello tra libertà e paura, il Centrodestra, avrebbe dovuto sviluppare, fin dall’inizio, un’ opposizione parlamentare, intelligente e riformista. Come?

Mobilitando, come ogni governo ombra che si rispetti, una schiera di virologi, costituzionalisti e politologi, dalla parte della scienza e della libertà, autentiche, per evitare che la paura collettiva si diffondesse e tramutasse in uno strumento di governo.

Insomma, impedire la trasformazione della paura in una risorsa politica capace di suscitare il fanatismo del conflitto amico-nemico, estraneo alla logica liberale, ma non a quella del politico ( e del metapolitico) quando vengono meno le condizioni del confronto parlamentare.

Invece di stigmatizzare la centralizzazione dei poteri, che, come ogni politologo e costituzionalista ben sanno, mette sempre a rischio la libertà individuale, il Centrodestra ha chiesto più restrizioni e più provvidenze, quindi più accentramento e – in prospettiva – più tasse.

Invece, di favorire il libero dibattito tra medici e scienziati sulle ragioni dell’epidemia e sulla sua gravità o meno, il Centrodestra ha sposato le tesi dell’emergenza pandemica, altro fortissimo stimolo alla centralizzazione, e appoggiato così, direttamente o indirettamente, le tesi ufficiale della nuova peste nera.

Pertanto perché stupirsi se la piazza è finita nella mani degli estremisti?

Carlo Gambescia