Zelensky in Turchia? Due osservazioni: sindrome di Monaco e un pizzico di complottismo

I giornali questa mattina parlano di svolta. In realtà, la sindrome Monaco (della pace, intermittente, anche a danno di un contendente), quando si affacciò per la prima volta, nel 1938, non portò nulla di buono.

Facciamo seguire due osservazioni sul possibile incontro di giovedì in Turchia (che i giornali già danno per certo), tra Zelensky, Putin e (come sembra) addirittura Trump. E con Erdoğan, come anfitrione. Tre loschi personaggi che incarcerano gli oppositori. Gente capace di tutto.

Prima osservazione, politica. Bene ha fatto Zelensky ad accettare, volente o nolente non sappiamo. Puntando sul sì ha messo nell’angolo Putin. Niente di che. Però dal punto di vista della sindrome Monaco la mossa è molto abile, perché stana Putin, come se in realtà ancora nessuno sapesse di che brutti panni si veste. Però la politica internazionale, soprattutto nell’era dei social e degli annunci digitalizzati, è fatta di queste ipocrisie, moltiplicate al cubo. Vedremo.

Seconda osservazione, diciamo così, complottista, solo un pizzico però. In controtendenza con la prima osservazione.

Si rifletta. Una decisione così rapida rischia di essere pericolosa per vita di Zelensky. Un passo indietro: i voli del premier ucraino, son caratterizzati, fin dall’inizio dell’aggressione russa (che puntava alla sua deposizione se non all’eliminazione fisica), da una serie di criteri di sicurezza molto stringenti, sempre pianificati per tempo e che rispondono immancabilmente ai seguenti requisiti: 1) segretezza e riservatezza; 2) piani di volo non pubblici; 3) scorta e protezione internazionale; 4) tecnologia e contromisure elettroniche, dispositivi anti-interferenze, radar); 5) coordinamento con alleati N

Insomma, non vorremmo, che tutta questa fretta, alimentata da obliqui tira e molla putiniani, favorisse l’abbassamento della guardia da parte dei servizi segreti ucraini ed europei. Perché di quelli americani, al momento, fidarsi è bene non fidarsi è meglio.

La possiamo dire tutta? Ripetiamo: Trump, Putin, Erdoğan sono tre loschi personaggi, dai quali ci si può aspettare di tutto. Addirittura un accordo segreto, tra i primi due, per l’eliminazione fisica di Zelensky, sotto lo sguardo benedicente (la pace?) del dittatore turco.

Però più che di complotto parleremmo di congiura… Qui non ci sono incappucciati… Ma solo nomi e cognomi. La morte del Presidente ucraino aprirebbe un vuoto politico decisivo, forse incolmabile. Nel quale i russi potrebbero agevolmente infilarsi e cancellare l’ Ucraina come stato sovrano. Non sarebbe la prima volta.

Esageriamo? A pensar male…

Carlo Gambescia