I Tafazzi del Senato

Conte è salvo o no?  Difficile dire. Potrebbe tirare a campare, addirittura fino al 2023. Oppure, ma sembra più complicato, cadere a breve su una delle tante questioni sollevate in questi mesi, ad esempio quella dei fondi europei.

Probabilmente Mattarella, per ora,  lo lascerà tranquillo. Ovviamente si fa per dire, perché Conte su ogni misura, come dicono i resocontisti parlamentari, dovrà  trovare la quadra cercando voti a destra e a manca.  E questo  in  attesa che a luglio   scatti il  semestre bianco, periodo in cui, secondo l’articolo 83 della Costituzione, il Presidente della Repubblica non può  sciogliere le camere. Dopo di che, visto che la legislatura scade nel marzo del 2023, si andrà  alle urne con un nuovo Presidente della Repubblica, che dovrà essere eletto all’inizio del 2022.  

E come? Nel quadro politico  delle  Camere riunite, dove la possibilità di eleggere un Presidente di centrosinistra alla quarta votazione sarà di nuovo appesa al voto di Renzi o in alternativa di nuovi possibili “costruttori” o “responsabili”. Del resto il centrodestra non ha e non potrà avere candidati credibili. Pertanto il prossimo Presidente della Repubblica, potrebbe essere Prodi. Renzi però permettendo.       

Comunque sia, l’ex Sindaco di Firenze, nei prossimi mesi andrà a caccia della massima visibilità, prima  che Italia Viva sparisca dai radar alle prossime politiche.  Di qui un tira e molla che non renderà facile la vita di Palazzo Chigi.

Il centrodestra invece  si prepara a vincere a valanga le prossime elezioni. Così dicono i sondaggi. Sempre che  nel frattempo non venga varata una nuova legge elettorale proporzionale (secca). Intanto ieri al Senato la destra  ha dato ancora una volta  il peggio di sé.

Matteo Salvini ha attaccato, secondo il noto  repertorio fasciopopulista, immigrati e coppie gay. Giorgia Meloni, fascio e basta, dopo aver difeso nei giorni scorsi   Trump, autentico demagogo nemico della democrazia americana, si è autoconsacrata  paladina della democrazia italiana sospesa.  Sul reperto archeopolitico Forza Italia meglio stendere un velo pietoso. Perché i forzisti di Cro-Magnon non perdono occasione, come ieri,  di rivendicare finanziamenti  a pioggia in puro distillato democristiano. Oppure (solo in due) votare la fiducia a Conte, il top dello statalismo. Altro che liberali…

Una considerazione finale.

Ogni volta che, come nei giorni scorsi,  capita  di  seguire un dibattito parlamentare,  si resta disgustati per il basso livello politico e culturale.  E soprattutto per l’uso di una retorica dell’intransigenza incapace di andare  oltre i violenti titoli dei giornali e gli insulti dei social.  

Sembra purtroppo  che i nostri parlamentari facciano del loro meglio per affondare la democrazia parlamentare. Un autolesionismo alla Tafazzi che l’Italia  pagherà caro.

Carlo Gambescia