A raccontarla sembra la solita storia su un’Italia che non cambia mai. E che torna sempre, con una faccia di bronzo da far invidia a uno dei tanti personaggi di Alberto Sordi.
Dopo gli otto milioni di baionette di Mussolini, di cui si era ormai persa memoria (almeno così sembrava), ora tocca a Mario Draghi che sembra puntare su diciannove milioni di vaccinazioni al mese. Più del doppio della baionette del Duce. Con le baionette, sappiamo tutti come finì. Un’ Italia fascista e bellicista, come la descrisse per quasi vent’anni la propaganda mussoliniana, davanti alla prova del fuoco (in senso letterale) fece ben magra figura.
Ora, un personaggio, come Draghi, che più che un fascista ricorda un gesuita, si lancia in una retorica dell’intransigenza molto simile a quella fascista. “Del faremo, da soli”, “armeremo”, pardon, vaccineremo tutti, “spezzeremo le reni al virus”, eccetera,eccetera.
C’è qualcosa che non va negli italiani. Una propensione per le favole e per gli uomini della provvidenza che può costare cara. Perché come allora non c’erano gli otto milioni di baionette, oggi non ci sono i diciannove milioni di dosi. Draghi invece ritiene – o comunque come riferiscono le agenzie “fonti che lavorano alla nuova strategia sul vaccino” (*), quindi vicinissime al Premier – che tutto questo sarà possibile a partire da aprile. Quindi in tre mesi o poco più, con il monodose (come sembra), ci si propone di vaccinare cinquantasette milioni di italiani (19+ 19+ 19 milioni)… Quasi tutti: siamo sessanta milioni.
Finora però, stando ai dati governativi (Presidenza del Consiglio), in due mesi o poco più, sono state somministrate quattro milioni e trecentomila dosi. Per un totale di due pizze, pardon, di un milione e quattrocentomila persone vaccinate (**) .
E Draghi in tre mesi…. Bah…
“Popolo italiano, corri alle armi”, pardon ai vaccini… Un nuovo 10 giugno 1940?
Carlo Gambescia
(**) Qui: https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/