Biancaneve e i balilla liberal

Spunto interessante per discorrere di “politicamente corretto” e altre cose.  Si legga però prima qui.

«A riaprire il dibattito sul cineasta, scomparso nel 1966, giunge in questi giorni il  San Francisco Gate. Il quotidiano californiano ha pubblicato un articolo che trae spunto dall’ultima novità arrivata in casa Disneyland e, in particolare, nel californiano parco di Anaheim, che ha appena riaperto i battenti dopo un lunghissimo lockdown. La nuova attrazione legata alla favola di Biancaneve, Snow White’s Enchanted Wish, ha debuttato tra effetti speciali, emozioni, luci e suoni. Ma c’è un “ma”, rappresentato dal bacio con cui il Principe Azzurro sveglia Biancaneve dall’incantesimo della regina malvagia. “Il bacio del vero amore”, si legge nell’articolo, viene dato “senza il consenso di Biancaneve, mentre dorme” e “non si può parlare di vero amore se qualcuno non sa cosa sta succedendo. Non abbiamo già stabilito che il consenso è un tema rilevante nei primi film Disney? Che insegnare ai bambini che non va bene il bacio se entrambe le persone non sono d’accordo?”» (*).

Il cineasta scomparso è Walt Disney, inviso ai liberal  americani, perché considerato, in chiave di processo retroattivo, quindi di “politicamente corretto”,  sessista, razzista, fascista,   eccetera, eccetera.

Ma il punto non è questo. Partiamo dall’idea di libero consenso. Che in sé è giustissima, come del resto quella del bacio consensuale. Ma  che cosa c’entra tutto questo con Biancaneve? Da un lato abbiamo una favola bellissima, dall’altro la realtà.

E la realtà, soprattutto quella di oggi, ci  dice che non si deve mai baciare una persona addormentata e sconosciuta. Quindi la  lezione per i bambini  è proprio questa:  mai imporre un bacio.  

A fronte di un principio giusto, quello del consenso, si profila però il problema della sua applicazione, questione  che  può aiutare a capire   la differenza tra un  liberal americano e un vero  liberale .

Il liberal americano  si nutre tuttora, magari inconsapevolmente, degli ultimi frutti avvelenati del  moralismo puritano, così ben sintetizzato, nel capolavoro  di Hawthorne  La lettera scarlatta (1850).   Perché? Il liberal,  illudendosi di “ farla finita” con l’eredità puritana, si comporta invece come un puritano della peggiore specie. Perché pretende, a  colpi di puritanesimo politico, non più conservatore ma progressista,  di imporre  leggi per cambiare gli uomini a  colpi di bacchetta  magica giuridico-morale. Di diritto moralizzato e motorizzato pronto a procedere a tavoletta contro i nemici di turno.

Di più ( o di peggio),  il liberal  si propone di riscrivere la storia della cultura in funzione proprio  del moralismo liberal,  imponendo una visione unica  del passato. Di qui –  e prima o poi ci si arriverà –  il “dovere” di presentare  a un pubblico di bambini da educare ai  nuovi valori,  una visione purgata della favola di Biancaneve, “come Impone la legge”…  Sicché, l’idea di consenso  individuale, rischia di assumere una dimensione totalitaria, prima sotto l’aspetto culturale, poi sotto quello legislativo.

In fondo, si ripete,  basta avere  la maggioranza dei voti…          

Un  vero liberale invece  non ritiene che leggi e divieti possano cambiare di colpo la natura sociale delle  persone. E per giunta a colpi di maggioranza. Si muta nel tempo e attraverso  il cambiamento  graduale del costume. Lentamente. Non per decreto. E neppure si deve tentare di  imporre, culturalmente, un pensiero unico su ogni cosa, discriminando le minoranze di oggi per favorire, in chiave maggioritaria, le minoranze di ieri… Addirittura imponendo una riscrittura del passato.

Il vero liberale sa che il liberalismo non si è sviluppato in un giorno, e neppure consapevolmente.  Ancora oggi si discute, sulle origini storiche del termine, diventato di uso comune solo nel Novecento. Il consenso verso determinati valori,  se veramente tale, nasce attraverso un lento processo storico, per gradi, tramite il convincimento diffuso, che proprio per la natura sociale dell’uomo non è e sarà mai totalitario.  

Il vero liberale tende sempre a ricondurre le coordinate del moralismo puritano nell’alveo più sicuro della riflessione personale e dell’esame di coscienza. Come?  Identificandosi  nelle debolezze dell’altro,  comprendendole. Evitando di sradicarle a ogni costo fino al punto, come nel caso del bacio di Biancaneve, di cadere nel ridicolo.

Ma anche nel tragico. Perché il vero liberale rifiuta la  caccia politica alle nuove Streghe di Salem. Conosce i rischi del  rabbioso crucifige collettivo delle maggioranze  di ieri,  promosso dalle maggioranze di oggi. Il principio maggioritario si fa pericoloso  quando non viene controbilanciato dal buon senso legato alla  intelligente comprensione, come insegna Hume, della   lenta evoluzione, spesso inavvertita,  delle tradizioni culturali.

Concludendo,  è vero che Biancaneve  viene baciata senza il suo consenso. Ma ognuno  di noi deve capirlo  da solo. Lasciando che altri possano intendere quel bacio in maniera diversa. Imporre un altro finale, allo scopo di allevare nuovi balilla liberal,  per  usare un termine molto in voga tra  i liberal americani, evoca il  fascismo.  

Fascismo liberal, ma fascismo.              

Carlo Gambescia

(*) Qui la notizia:  https://www.huffingtonpost.it/entry/non-solo-biancaneve-la-lunga-storia-di-accuse-a-walt-disney-dallantisemitismo-al-razzismo_it_60926d66e4b02e74d22d98b1